Ciambella Romagnola (Brazadèla)

Il dolce rustico della tradizione contadina romagnola

La brazadèla, o ciambella romagnola, è un dolce semplice, genuino, legato a doppio filo alla tradizione popolare dell’Emilia-Romagna. Nonostante il nome, non si tratta di una ciambella con il buco, ma di un filone dolce, compatto ma friabile, profumato di limone e perfetto da inzuppare nel latte, nel caffè o, come da usanza più antica, nel vino rosso. Era il dolce delle fiere di paese, dei battesimi, delle feste in famiglia, preparato con pochi ingredienti ma con tutto l’amore delle massaie romagnole.


Ingredienti per circa 8 porzioni

  • 2 uova
  • 80 g di burro fuso
  • 125 g di zucchero semolato
  • 300 g di farina 00
  • Scorza grattugiata di 1 limone non trattato
  • 8 g di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • Latte q.b. (per spennellare)
  • 1 cucchiaio di zucchero semolato (per la superficie)
  • 1 cucchiaio di granella di zucchero (facoltativo)

Preparazione

1. Preparare la base

Fai sciogliere il burro a bagnomaria o nel microonde e lascialo intiepidire. In una ciotola capiente, sbatti le uova con il burro fuso fino a ottenere un composto omogeneo e ben amalgamato.

2. Miscelare gli ingredienti secchi

In una seconda ciotola, unisci la farina, lo zucchero, il lievito, il sale e la scorza di limone grattugiata. Mescola con una forchetta per distribuire bene gli ingredienti.

3. Impastare

Versa il composto liquido all’interno della ciotola con le polveri e inizia a impastare prima con una spatola, poi con le mani. Lavora l’impasto fino a ottenere un panetto liscio, compatto ma facilmente modellabile. Se risulta troppo asciutto, puoi aggiungere un cucchiaio di latte. Se invece è troppo appiccicoso, aggiungi poca farina.

4. Formare il dolce

Trasferisci l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata. Modella un filone largo e spesso, lungo circa 25–30 cm. Non deve avere il classico buco centrale delle ciambelle, ma mantenere la sua forma rustica. Disponilo su una teglia rivestita con carta da forno.

5. Decorare

Schiaccia leggermente il filone con le mani per appiattirlo appena. Spennella la superficie con un po’ di latte, poi cospargi con lo zucchero semolato e, se desideri, con un cucchiaio di granella di zucchero per un tocco croccante.

6. Cottura

Inforna la brazadèla in forno statico preriscaldato a 170°C per circa 40 minuti. A metà cottura, ruota delicatamente la teglia per favorire una doratura uniforme. La superficie dovrà essere dorata e leggermente screpolata, l’interno asciutto e friabile. Fai la prova stecchino per verificare la cottura.

7. Raffreddare e gustare

Una volta cotta, lascia raffreddare completamente su una gratella. Quando è ben fredda, tagliala a fette e servila a colazione, a merenda o a fine pasto, magari accompagnata da un bicchiere di vino rosso romagnolo.


Consigli e astuzie

  • Liquore all’anice o mistrà: aggiungere un cucchiaio di liquore all’impasto regala un profumo ancora più autentico e richiama le ricette delle nonne.
  • Farina rustica: per una versione più contadina, sostituisci 100 g di farina 00 con farina integrale o di farro.
  • Zucchero croccante: per una superficie più rustica, usa zucchero semolato grosso o cristalli di zucchero per la decorazione finale.
  • Riposo: il giorno dopo è ancora più buona, perché la fragranza si stabilizza e la struttura si compatta senza perdere friabilità.
  • Inzuppo tradizionale: la brazadèla è perfetta da inzuppare nel latte caldo, nel caffè della moka o, per i più tradizionalisti, in un bicchiere di vino Cagnina o Sangiovese.

Conservazione

  • A temperatura ambiente: si conserva perfettamente per 10–14 giorni in una scatola di latta o in un contenitore ermetico, in un luogo fresco e asciutto.
  • In freezer: può essere congelata già affettata, così da avere sempre pronta una colazione o una merenda genuina.

Scheda tecnica

  • Tempo di preparazione: 15 minuti
  • Cottura: 40 minuti
  • Porzioni: 8
  • Costo: basso
  • Difficoltà: facile

Un dolce di memoria e territorio

La ciambella romagnola è molto più di un dolce: è un simbolo di accoglienza, di famiglia, di festa. Ogni fetta racconta una storia: di mani infarinate, di cortili soleggiati, di tavole imbandite la domenica mattina. È la semplicità che appaga il cuore, un profumo d’altri tempi che ancora oggi riesce a riempire le cucine di calore e bellezza. Prepararla è come aprire un vecchio quaderno di ricette e ritrovare il sapore dell’autenticità.